April 3, 2024

L’idealismo infranto di Jacob Wren di Manuela Pacella

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Thank you to Manuela Pacella for this in depth and charming account of my work in the Italian version of Flash Art:


https://flash---art.it/2024/04/jacob-wren/


Here is a summary, in Italian, of Polyamorous Love Song:

Il cinema e il film sono molto presenti in questo libro. Un personaggio chiave è Filmmaker A. Nel 2002 viene invitata al New York Film Festival, la stessa edizione alla quale Abbas Kiarostami non poté prendere parte perché gli fu negato di entrare negli Stati Uniti. Questo evento la sconvolge e si ritrova a vagare per le strade della città ragionando su come poter realizzare film più veri e riflettendo su Close-Up (1990) di Kiarostami. Ha un’idea che diviene esplosiva e la rende famosa, creando seguaci in tutto il mondo: non si girano più i film; si fa in modo che la propria stessa vita diventi una sceneggiatura e, semplicemente, si agisce, riprendendo la vita ma senza il filtro della telecamera. Ad estrema applicazione del mentore Filmmaker A c’è un gruppo, The Centre for Productive Compromise, che di base usa il sesso libero come sceneggiatura. Per evitare estreme scene di gelosia si sono inventati una droga, insieme a quella che ha il potere di far ricordare i numeri di telefono ma, come effetto collaterale, anche quello delle persone con le quali si sta avendo un rapporto sessuale. C’è anche il Mascot Front, un gruppo di attivisti politici estremi che indossano pelose maschere da mascotte e c’è un artista visivo che un giorno le vede dalla sua finestra correre, armate, inseguite da uomini in divisa: prima un orso, poi un coniglio, poi un cono gelato, una tartaruga e un canguro. Durante questa visione surreale un colpo di pistola lo ferisce per sbaglio. Da quel momento diventa un’ossessione e ovviamente vuole farci un’opera d’arte ma finisce rapito dalle mascotte e da queste legato a un termosifone in una loro sede. Poi c’è l’amico dell’artista, l’artista vero, con molto potenziale che se ne esce con frasi illuminanti tipo: “Tu, i tuoi amici, l’intera cultura mondiale degli artisti e dei bohémien, è come se aveste una strana sorta di malattia. Tutto ciò che volete è che la gente vi guardi, che guardi ciò che fate e pensi che siete speciali e talentuosi. Lo desiderate così tanto da pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in quelli di noi che non lo fanno (…) Credimi, non ho bisogno di lettere di ammiratori che mi dicano che i miei pensieri hanno valore. Sono sicuro di me… La mia vita ha il suo percorso… I miei pensieri sono la giusta e unica ricompensa” 14. Ma poi si e ci tradisce: diventa scrittore. E la sua compagna anche è scrittrice e sta scrivendo A Dream for the Future and a Dream for Now, titolo che si scopre poi essere lo stesso di altri libri scritti da diversi autori. Ma mentre quest’ultimi sembrano avere a che fare con un nuovo tipo di religione politica, il principale riguarda una società segreta scomparsa subito dopo la Grande Guerra e riapparsa nei tardi anni Quaranta a New York (ho un flash con Che la festa cominci di Gabriele Ammaniti del 2009). Lo scopo è di organizzare orge a larga scala per assassinare imprenditori e politici di Destra attraverso un’infezione virale a trasmissione sessuale che non infetta, invece, tutti gli altri. Nel capitolo apparentemente meno confuso di tutto il libro, Wren nei panni di Wren si sta facendo tagliare i capelli da un barbiere a Berlino e si immagina un altro barbiere, emigrato a causa delle leggi razziali dalla Germania a New York… Beh, è lui l’inventore del virus, come credo l’inventore della nuova religione politica. STOP. Lo so, è tanto. Ma aggiungo che tutto quello che ho scritto non è affatto in una sequenza che rispetta quella del testo di Wren nel quale, poi, ci sono talmente tanti io narranti da far venire il mal di testa.

Ma è onestamente un capolavoro e la cosa incredibile è che nasce dalla mente e dalle mani di un autore che si autodefinisce cinico ma, in fondo, non è il cinismo “sempre e solo una sorta di idealismo infranto?”15. 
 Appunto, Wren. Non bisogna combattere contro i mulini a vento ma semplicemente, quotidianamente, desiderare qualcosa di diverso. Il desiderio. “Ma non il desiderio che è solo l’altra faccia dell’insicurezza: il desiderio come disperazione. Un vero desiderio, il desiderio di vivere e di essere vivi, di trovare un valore o un significato o una convinzione che possa riempire in modo convincente e dare un senso al nostro breve tempo su questo pianeta dimenticato da Dio”



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